Nella comunicazione tra macchine, spesso ci sono dei problemi che portano alla riparazione o alla sostituzione delle stesse. Il problema può dipendere dal codice adottato; per questo l'ingegneria della comunicazione si occupa di elaborare dei codici efficienti, che ottimizzino la trasmissione di segnali attraverso il canale, minimizzando il rumore e gli effetti di disturbo. Se l'apparato ricevente apprende il messaggio in modo diverso da ciò che l'emittente ha inviato si tratta di un'errore, un guasto, un rumore del canale.
Anche la comunicazione umana non sempre "funziona" e questo viene confermato dalla nostra esperienza quotidiana, come i conflitti interpersonali, patologie mentali dove la comunicazione diventa molto difficile.
La comunicazione mancata
Il fatto che i soggetti ai quali è indirizzato un messaggio non lo recepiscano in modo corretto, può essere causato da vari elementi:
- disturbi e rumori nell'ambiente che impediscono di ascoltare e di sentire ciò che gli viene detto: un tono di voce molto basso, un difetto di pronuncia, un'interferenza, una scarsa attenzione da parte del ricevente.
- emissione inefficace, ad esempio quando è bloccato da situazioni emotive particolari es. gli studenti pur essendo preparati di "bloccano" durante un'interrogazione.
- assenza di un codice primario comune tra due interlocutori, cioè quando parlano lingue differenti e nessuno tra loro è in grado di intendere la lingua dell'altro. Quindi ignoranza di codici comunicativi che non permette lo scambio di messaggi.
- presenza di un codice primario comune, la mancata ricezione può essere causata da forme di disattenzione, un' equivoco tra gli interlocutori, quindi un' incomprensione e un disaccordo.
Nei casi in cui uno degli interlocutori è meno istruito, meno capace di comunicare entrano in gioco differenze sociali e culturali. Mentre nella comunicazione tra macchine il codice di trasmissione e ricezione non può essere identico, nella comunicazione umana, ogni messaggio trasmesso viene interpretato di modi differenti. Il linguaggio, infatti, non permette all'uomo soltanto di comunicare con gli altri ma anche di forgiare l'intera visione del mondo.
Questa struttura dei processi di significazione mette in luce quale sia il problema della comunicazione: esso non consiste nel far recepire il messaggio, ma nella produzione di un senso. Si tratta di un problema strategico perchè il raggiungimento di questo obiettivo non può essere garantito in partenza ma dipende dalla capacità degli attori sociali di relazionarsi con strutture di codici complesse.
giovedì 24 marzo 2011
Il peso della valigia.
Questo post è dedicato a una persona speciale. Una bambina di nome melany. A causa della sua malattia è costretta a viaggiare molto. Ogni giorno che passa la speranza non smette mai di essere presente. Questa canzone di Ligabue è dedicata a lei, a lei che non smette mai di lottare nonostante la sua giovanissima età.
Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
e ti è toccato partire bambina
con una piccola valigia di cartone
che hai cominciato a riempire
due foglie di quella radura che non c'era già più
rossetti finti ed un astuccio di gemme
e la valigia ha cominciato a pesare
dovevi ancora partire
e gli occhi han preso il colore del cielo
a furia di guardarlo
e con quegli occhi ciò che vedevi
nessuno può saperlo
e sole pioggia neve tempesta
sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare
e bocca per baciare.
Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
e ad ogni sosta c'era sempre qualcuno
e quasi sempre tu hai provato a parlare
ma non sentiva nessuno
e ti sei data ti sei presa qualche cosa chissà
ma le parole che ti sono avanzate
sono finite tutte nella valigia
e li ci sono restate
e le tue gambe andavano sempre
sono sempre più adagio
e le tue braccia reggevano a stento
il peso della valigia
e sole pioggia neve tempesta
sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare
e bocca per baciare
sole pioggia neve tempesta
sui tuoi capelli su quello che hai visto
e braccia per tenere e fianchi per ballare
Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
ma adesso forse ti puoi riposare
un bagno caldo e qualcosa di fresco
da bere e da mangiare
ti apro io la valigia mentre tu resti li
e piano piano ti faccio vedere
c'erano solo quattro farfalle
un po' più dure a morire
e sole pioggia neve tempesta
sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare
e bocca per baciare
sole pioggia neve tempesta
sui tuoi capelli su quello che hai visto
e braccia per tenere e fianchi per ballare
Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
e ti è toccato partire bambina
con una piccola valigia di cartone
che hai cominciato a riempire
due foglie di quella radura che non c'era già più
rossetti finti ed un astuccio di gemme
e la valigia ha cominciato a pesare
dovevi ancora partire
e gli occhi han preso il colore del cielo
a furia di guardarlo
e con quegli occhi ciò che vedevi
nessuno può saperlo
e sole pioggia neve tempesta
sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare
e bocca per baciare.
Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
e ad ogni sosta c'era sempre qualcuno
e quasi sempre tu hai provato a parlare
ma non sentiva nessuno
e ti sei data ti sei presa qualche cosa chissà
ma le parole che ti sono avanzate
sono finite tutte nella valigia
e li ci sono restate
e le tue gambe andavano sempre
sono sempre più adagio
e le tue braccia reggevano a stento
il peso della valigia
e sole pioggia neve tempesta
sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare
e bocca per baciare
sole pioggia neve tempesta
sui tuoi capelli su quello che hai visto
e braccia per tenere e fianchi per ballare
Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
ma adesso forse ti puoi riposare
un bagno caldo e qualcosa di fresco
da bere e da mangiare
ti apro io la valigia mentre tu resti li
e piano piano ti faccio vedere
c'erano solo quattro farfalle
un po' più dure a morire
e sole pioggia neve tempesta
sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare
e bocca per baciare
sole pioggia neve tempesta
sui tuoi capelli su quello che hai visto
e braccia per tenere e fianchi per ballare
martedì 22 marzo 2011
Rain man
Titolo originale: Rain man
Paese: Stati Uniti d' America
Anno: 1988
Durata: 126 min
Genere: drammatico
Regia: Barry Levinson
Soggetto: Barry Morrow
Sceneggiatura: Ronald Bass, Barry Morrow
Produttore: Mark Johnson
Fotografia: John Seale
Montaggio: Stu Linder
Musiche: Doc Pomus, Richard A. Whiting, Hans Zimmer
Trama:
Charlie Babbit ( Tom Cruise) giovane commerciante di auto, scopre, dopo la morte del padre, che l'unico erede dell'immenso patrimonio familiare è Raymond ( Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore. Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond (non può volare, non può fare l'autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las Vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Susanna ( Valeria Golino) , scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro (e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda) e promettendo di frequentarlo appena possibile.
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